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al testo di Rosetta Sacchi
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E poi… E poi si sceglie un nome che ci rappresenti un nome per continuare a lottare e sperare di vincere contro noi stessi così remissivi ed esausti così provati dalla vita così dolenti ed arresi così soli
Si sceglie un nome come un vessillo un remo una riva da raggiungere un comandamento Si sceglie per similitudine per assonanza Per distrazione o dimenticanza
Si sceglie il mistero più comprensibile dove poter rientrare a sera come a casa come tra quei pensieri accantonati come ad un focolare che ci riscaldi e ci consoli
E poi… E poi si sceglie di non morire tra le braccia di un’inquietudine mai domata e che ci perseguita fissando i chiodi e da forma alla nostra croce e poi ci si arroventa la mente come in un braciere e con mille perché i dubbi i timori gli azzardi sepolti
e poi si resta fermi sulla soglia con una domanda una carezza gelata una traccia perduta d’una stella quando la terra frana e noi siamo fragili in un volo di farfalla e nel percorso al contrario, alla memoria del bruco. |
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